Biografia Raffaello Ossola.
Nasce nel 1954 a Locarno – Svizzera.Gli studi all’ Accademia Artistica di Lugano (Svizzera) e la prima personale nel 1978 segnano gli inizi di un percorso artistico che, anche influenzato dalle espressioni collettive del momento si manifesta con l’espressione informale.
Vive a Londra, Parigi, Copenaghen, soggiorna a lungo nelle isole greche e nel nord Africa. Ama la natura e gli spazi aperti che lo stimolano alle riflessioni filosofico-spirituali accompagnate dalle letture preferite: Herman Hesse, Aurobindo, Castaneda, ma anche i classici russi e francesi.Nel 1990 si trasferisce definitivamente in Italia ed in questo momento é la svolta artistica che lo vede esprimersi attraverso una figurazione che diventa il suo strumento di ricerca anche pittorica.
Architetture, Paesaggi, Vasche, immagini oltre il tempo e lo spazio sono la caratteristica della sua attuale produzione artistica che è apprezzata da collezionisti a livello internazionale.
1992 inizia la stretta collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali e le sue opere vengono esposte in ambiti istituzionali. Il Museo di Milano lo invita ad esporre.
1994 Il Dipartimento Cultura della Svizzera Italiana lo invita ad esporre presso il Museo di Mendrisio (Svizzera).
1996 Inizia la collaborazione con diverse gallerie italiane –Allegretti Arte, Forni, Gagliardi , Senesi -che lo vedono presente sul territorio con esposizioni personali in spazi pubblici e privati e a fiere del settore.
1999 Il mercato tedesco e svizzero tedesco lo accoglie ed inizia la collaborazione con Galerie G di Heidelberg con esposizioni personali a Zurigo, Karlsruhe, Speyer, Zurigo.
2008 Espone negli Emirati Arabi con una personale a Dubai su invito del Consolato Italiano.
2009 viene richiesto dal Gruppo Ipe Cavalli per rappresentare la collezione Visionnaire al Salone del Mobile di Milano e a Parigi presso Maison Objet.
2010 si intensifica la presenza in Spagna con personali a Barcellona e Madrid.
Attualmente vive a Berna in Svizzera.
DICE RAFFAELLO DELLE SUE OPERE
… mi è sempre piaciuto “isolarmi” per riflettere sulla vita e spesso ho preferito farlo in ambienti molto particolari, a contatto con la natura e con gli elementi e ci sono stati dei “panorami” che hanno rappresentato attimi estremamente significativi per me. E’ stato un modo di crescere che è diventato parte integrante della mia vita, un modo per esercitare me stesso in rapporto ai ricordi coscienti ma soprattutto un modo per confrontarmi con sensazioni ed emozioni che non sapevo bene collocare nel tempo. Silenzi profondi, vuoti assoluti nei quali ho scoperto la pienezza e la completezza.
Queste riflessioni mi hanno spesso proiettato “fuori dallo spazio e dal tempo” .
Visioni dove tutto sembra ma in realtà non è, dove i colori sono alterati, le immagini lontane e i ricordi si confondono e perdono la loro linearità temporale …stati di coscienza non alterati ma diversi, che si raggiungono quando si è alla ricerca di se stessi e soprattutto quando ci si propone di affrontare i propri momenti d’ombra.
Lì le prospettive sono completamente falsate e capisci che spesso anche quelle della vita lo sono: è sufficiente un diverso punto di vista per cambiare tutta la visuale… e te stesso.
Ecco, con la mia pittura ho desiderato rappresentare questi attimi, queste situazioni slegate dal tempo, dallo spazio e dai limiti che la vita quotidiana ci impone. Ho voluto trovare il modo per dire “che non sempre quello che sembra è” e soprattutto ho cercato di ricordare a chiunque, e in primo luogo a me stesso, che “i sogni possono diventare realtà” nella misura in cui ci si crede.
Ritengo sia estremamente rispettoso nei confronti di se stessi cercare di capirsi tanto quanto doveroso vivere senza ripianti. Penso sia necessario andare oltre le proprie difficoltà per capire il perché delle cose.
E’ un percorso di ricerca personale che è diventata la mia ricerca pittorica.
Attraverso l’arte è possibile raccontare la vita, quella con la V maiuscola e non credo sia necessario arrivare alla rappresentazione del male e del brutto per sapere che questi elementi esistono: ho preferito scegliere di evidenziare che “il bello” c’è. Esiste in tutto ed è in tutti.
Occorre solo sapere eliminare le patine e…farlo emergere. Il tutto senza mai dimenticare ma tenendo ben presenti i momenti positivi perché quelli sono la vera essenza e soprattutto acquisendo la certezza che ha un senso tutto e che anche ciò che può sembrare incomprensibile prima o poi trova una spiegazione. Occorre solo guardare ed imparare a farlo non necessariamente con gli occhi fisici.
Un viaggio continuo che auguro a chiunque di intraprendere e di avere la forza e la voglia di continuare. Sempre.